Un invito all’impegno, alla fiducia in se stessi e al coraggio di essere chi davvero siamo, senza ricacciare indietro le emozioni, anche quelle che fanno male, “perché la crescita passa anche dal dolore. Anche questa è la strada per la libertà”. In tutto questo ha trovato uno spazio importante l’invito a entrare in una famiglia bellissima, il volontariato, per aiutare l’altro, sì, ma anche per aiutarsi da soli. Fitta partecipazione ieri in un teatro Manzoni strapieno di ragazze e ragazzi delle scuole secondarie pistoiesi per l’incontro con la giornalista, scrittrice e attivista Claudia Conte che qui ha presentato il libro “La voce di Iside” (Readaction, 2024), finestra sulla condizione umana dei giovani di oggi e sulle sfide di oggi raccontata dalle parole di una diciottenne, Iside.
Promossa dalla Prefettura di Pistoia, la giornata rientra nelle iniziative di sensibilizzazione previste dal protocollo di intesa per la lotta ai fenomeni di disagio giovanile, bullismo, cyberbullismo e ogni forma di devianza, patrocinata da Fondazione Caript, Società della Salute Pistoiese e Ufficio Scolastico Provinciale. Quale miglior pretesto de “La voce di Iside” per affrontare una vastità di temi trasversali che parlassero sì ai ragazzi e alle ragazze, ma anche alle loro famiglie, alla scuola, alla società tutta.
E allora, accompagnata dalla conduzione della caposervizio de La Nazione di Pistoia-Montecatini, Valentina Conte, e dagli interventi della psicologa e psicoterapeuta Marika Buciuni per la Sds, l’autrice ospite ha intessuto un vero e proprio dialogo con il pubblico dei ragazzi, invitandoli ad esprimersi su temi a loro vicini. Quali? Anche il genere musicale ‘trap’ o le serie tv che affrontano temi forti, dove se non si è ben indirizzati si finisce per confondere chi è davvero il ‘buono’ e chi il ‘cattivo’. “Vengo da un piccolo paese del basso Lazio, Aquino. Anche io come tanti di voi – ha detto Claudia Conte rivolgendosi al pubblico – ho pensato di sentirmi stretta in quella realtà. E invece questo mi ha insegnato a sudarmi ogni cosa nella vita. A ciò si aggiunge l’essere donna, ancora oggi una sfida sociale. Ecco, il mio libro parla anche di parità di genere. E non di quella imposta dai numeri, ma di quella guadagnata col merito”. Poi la storia di Iside, una diciottenne come molte: dopo la pandemia si è barricata nella sua stanza, non parla, è diventata impermeabile alle emozioni. E neppure di fronte a un’ingiustizia è capace di reagire. Ed è così che, di colpo, avviene la presa di coscienza. “Il dolore e la paura sono in un certo senso quegli istinti che muovono la reazione. Io come lei: oggi sono forte perché ho sofferto”.
Da subito è iniziato il ping pong dei microfoni coi ragazzi, aperto dalla coraggiosa Aurora salita sul palco, che incuriositi e stimolati hanno posto domande a Claudia Conte. Ne è uscito un affresco vivace, attento e curioso dei ragazzi di oggi, tracciato passando da don Milani a Gomorra, dal femminicidio con l’uccisione di Giulia Cecchettin ai fatti di Caivano. “I giovani hanno voglia di parlare – ha detto ancora Conte –, ma è evidente che non si sentono rappresentati. A loro dico: democrazia vuol dire farsi sentire. E allora fatevi sentire, senza mai dimenticare il rispetto delle regole”.