Guerre e Difesa, parla Perego. L’intervista si è svolta al Palazzo della Marina Militare
Sottosegretario, tra le sue importanti deleghe i rapporti con i sindacati, la legge sull’export, il programma Eurofighter, la giustizia penale militare, la lotta alla contraffazione, la legislazione in materia Cyber e la Marina Militare, che è un’eccellenza italiana di cui andiamo molto orgogliosi. Il suo è un ruolo non solo di rappresentanza, ma davvero cruciale per l’Italia. Che cosa significa ricoprire questo incarico in un momento storico così complesso e lavorare su fronti o aree così importanti per la vita del Paese e dei cittadini?
E’ un grande privilegio poter servire il Paese in un’istituzione così importante, grazie soprattutto al contributo delle donne e degli uomini della Difesa, sia militari che civili. In una fase storica come quella in cui viviamo, connotata da un contesto geopolitico molto degradato, il ruolo della Difesa è cruciale così come il complesso delle deleghe che mi sono state assegnate – penso alla cybersecurity, così come alla Marina Militare, impegnata su tanti fronti sensibili; la giustizia penale militare, così come i sindacati – si è aperta una nuova stagione con l’avvento dei sindacati che hanno sostituito le rappresentanze, tutto volto alla tutela del personale che è il vero capitale umano della difesa. Si parla tanto di tecnologie, di sistemi di innovazione, ma il fondamento rimangono sempre le donne e gli uomini, il loro senso di abnegazione, di sacrificio, di attaccamento al nostro Paese.
Quando mi capita di visitare missioni militari internazionali faccio sempre riferimento a loro e alle loro famiglie perché vivono in contesti difficili- penso ai nostri militari impegnati a tutela della sicurezza del confine della NATO a est, minacciato da quello che succede in Ucraina, così come dalle attività degli Houthi nel Mar Rosso. Lo sforzo dei nostri militari è importante, ci viene riconosciuto sia nell’ambito dell’Alleanza atlantica che dell’Alleanza europea anche per le capacità, non soltanto quelle professionali, di generare empatia con le popolazioni locali con cui entriamo in contatto.
Attualmente nel mondo ci sono 59 conflitti, dunque è evidente l’importanza della Difesa e della sicurezza. La Nato chiede che vengano aumentate le spese militari e noi in Italia siamo ancora lontani, come dice il Ministro Crosetto, dal raggiungere l’obiettivo del 2%. Che cosa si potrebbe fare per rafforzare la nostra Difesa?
La Difesa e la sicurezza sono fondamento di ogni società libera, civile e democratica come la nostra, per cui investire in questo significa tutelare l’interesse primario dei cittadini.
Difendere la pace.
Difendere la pace e mantenere quel principio di deterrenza che è fondamentale per la difesa della pace. Rispetto ai nostri competitor, oggi investiamo circa 1,58% del Budget della Difesa sul PIL. Va anche però ricordato che, dopo gli USA, siamo il secondo contributore della NATO in termini di personale, il primo in ambito di missioni internazionali. Colmiamo quindi il deficit finanziario, a cui stiamo lavorando affinché si arrivi presto al 2%, con un contributo fondamentale come Paese che è un provider di sicurezza mondiale. Oggi investire nella Difesa significa da un lato soddisfare le esigenze primarie di esercizio di addestramento, ma soprattutto investire anche nelle nuove tecnologie che sono il vero fattore abilitante.
Fino a qualche anno fa parlando di Difesa si parlava di domini tradizionali – quelli del mare, della terra e del cielo – e invece l’avvento della cyber e dello spazio hanno rappresentato due nuovi grandi opportunità ma anche due teatri di dominio operativi che richiedono investimenti significativi. L’impegno del nostro Ministero è anche quello verso l’opinione pubblica di rappresentare l’importanza di investire nella Difesa, consapevoli che significa investire prima di tutto per il benessere dei cittadini.
E sicurezza significa anche difenderci dagli attacchi cyber che possono paralizzare il Paese e di conseguenza gli italiani.
Oggi siamo di fronte ad una guerra ibrida e multidominio, ibrida perché – se citiamo ad esempio gli attacchi dei ribelli Houthi alle navi mercantili dell’Occidente risparmiando quelle russi e cinesi – provocano un grave danno economico. Basti pensare che ora dal Canale di Suez passano il 50% in meno di navi mercantili.
Questo a danno anche dei porti del Mediterraneo. Sono poi numerosi gli attacchi cyber da gruppi hacker riconducibili alla Federazione russa che proprio recentemente hanno attaccato alcuni nostri server. A minacciare la nostra sicurezza anche campagne di disinformazione per disorientare l’opinione pubblica, pericoloso soprattutto a ridosso delle elezioni europee.
Un ruolo centrale per la sicurezza lo giocano le nuove tecnologie, la cybersicurezza, l’intelligenza artificiale. L’Italia cosa sta facendo?
Il mondo cambierà nei prossimi dieci anni, come non è cambiato negli ultimi 50. C’è un esempio che mi piace fare che è legato al quantum computing, un computer quantistico risolve in 36 millisecondi un problema che il computer più avanzato che abbiamo oggi risolve in 9000 anni! Siamo di fronte ad una stagione straordinaria dal punto di vista dell’innovazione tecnologica, che però porta con sé evidentemente anche dei rischi. Importante che non sia una tecnologia alienante, ma che favorisca e valorizzi l’uomo. L’Italia si è dotata anche , con un decreto legge recente, di una policy che definisca quali sono i contorni etici dell’intelligenza artificiale.
Infatti al G7 di Borgo Egnazia alla sessione sull’intelligenza artificiale parteciperà anche Papa Francesco per discutere sull’algoretica.
Il Vaticano da questo punto di vista è forse l’ente che ha individuato meglio quali possono essere i rischi di un’applicazione senza regolamentazione dell’intelligenza artificiale. Va anche detto, però che a volte regolamentare eccessivamente potrebbe inibire le capacità di crescita di queste tecnologie quindi deve essere un combinato disposto.
Anche nella Difesa la formazione nelle materie STEM e’ fondamentale e i giovani possono svolgere un grande ruolo…
Assolutamente sì! Questa è un’epoca in cui c’è bisogno di informatici, ingegneri elettronici, forse un domani si ritornerà ad avere bisogno di filosofi.
Trovare una sinergia.
Certamente l’uomo non può essere in competizione con la macchina e la macchina non può superare l’uomo.
A giugno ci saranno le elezioni europee, un’altra importante sfida che ci coinvolgerà direttamente. Che Europa ci dobbiamo aspettare?
Deve nascere un’Europa ancora più forte in politica estera. Ci aspettiamo che ci sia un Commissario della Difesa. Forza Italia rappresenta il Partito Popolare Europeo, e credo che esprimerà la leadership della Commissione e gli indirizzi di politica dell’Unione Europea. È nell’interesse dell’Italia che ci sia un’Italia forte in una Europa forte, in questo momento storico in cui sono minacciati i nostri fondamentali e la nostra democrazia. L’Europa è la terza economia mondiale dopo gli Stati Uniti e la Cina e, se unita, può giocare un ruolo geopolitico importante, può essere un attore strategico negli equilibri globali. Credo sia interesse degli italiani che in Europa ci vada chi ha una visione del mondo e dei cittadini e del loro benessere molto chiara. Le politiche europee devono essere sì attente all’ambiente ma non fanatiche e radicali, devono essere politiche sostenibili. Ritengo che le forze che il mio partito rappresenta vadano in questa direzione e siano istituzionalmente credibili.
Abbiamo parlato dell’instabilità nel Mar Rosso. La Marina Militare italiana guida la missione difensiva Aspides. Qual è lo stato dell’arte? Proprio qualche giorno fa la Fregata Fasan ha abbattuto un drone houthi.
Come dicevamo la fase storica è complessa, si misurano continui attacchi dei ribelli houthi contro navi mercantili e anche una recrudescenza della pirateria tradizionale somala, che interessa la missione Atalanta.
Missione difensiva.
Una missione difensiva volta a tutelare un principio sacrosanto che la Freedom Navigation la libertà di navigazione e dico sempre in un Paese come l’Italia forse ci dimentichiamo spesso ma questo è un Paese a forte, lo dico da milanese, a forte vocazione marittima con 8000 chilometri di coste che dipende tantissimo dall’export e per cui i traffici commerciali marittimi sono la chiave di sviluppo e di crescita del nostro Paese. Quello che succede nel Mar Rosso non succede solo nel Mar Rosso, ha un effetto anche sui porti del Mediterraneo, sui porti italiani e quindi è importantissimo inibire questa minaccia e credo che la Marina lo stia facendo egregiamente anche le volte che è chiamata purtroppo a delle operazioni diciamo di difesa ma cinetiche verso i droni e verso ciò che sono stati lanciati da questi ribelli che sono effettivamente una concreta minaccia anche perché attaccano soltanto le navi europee o comunque riconducibili alla punta occidentale e non invece quelle, ad esempio cinesi e russi.
La Marina Militare è impegnata anche con una missione umanitaria. L’operazione Levante con la Nave Vulcano. Sono stati recentemente portati in Italia dei bambini palestinesi feriti a Gaza.
L’Italia ha risposto immediatamente rispetto al conflitto fra Israele e Hamas, condannando fermamente le atrocità commesse da Hamas il 7 ottobre, ma allo stesso tempo, volendo tutelare la popolazione palestinese. Siamo l’unico paese che ha inviato immediatamente insieme alla Francia un assetto navale, la nave Vulcano appunto, che ha potuto curare a bordo dei feriti e trasportare in Italia circa una cinquantina di bambini sottoposti a cure pediatriche.
Ricordiamo che i bambini sono in cura negli ospedali pediatrici Gaslini di Genova, Bambino Gesù di Roma e Mayer di Firenze. L’Italia è la Difesa italiana hanno dimostrato la propria generosità, come sempre…
Il supporto alla popolazione palestinese Continuerà anche col programma Food for Gaza.
Ma è da sottolineare come l’Italia sia impegnata anche dove si sono verificate altre crisi. Siamo spesso i primi ad intervenire. Penso al terremoto in Siria e Turchia, all’alluvione a Derna… le nostre forze armate sono non soltanto provider di sicurezza, ma anche a sostegno diretto della popolazione. Questo è motivo di orgoglio non solo per il Governo italiano, ma per tutti i cittadini che sanno che il nostro Paese da sempre, per vocazione, per DNA, è vicino alle popolazioni in difficoltà e dà il proprio contributo a difesa della pace.
Concludiamo l’intervista parlando del Tour Mondiale dell’ Amerigo Vespucci, Nave Scuola della Marina Militare. Questo secondo giro del mondo e’ un’impresa grandiosa che vede protagonista non solo “la nave più bella del mondo” ma l’Italia intera. Noi ci siamo conosciuti proprio nella tappa di ripartenza del tour a Buenos Aires, insomma questa missione quanto è importante per la Marina Militare e per l’Italia?
La Nave Vespucci rappresenta tradizione, cultura, bellezza, innovazione e intraprendenza del nostro Paese.
Una nave di 93 anni che fa il giro del mondo, che tocca i principali porti internazionali portando con sé il sistema Italia che è fatto di imprese, di genio, di creatività, di eccellenze del Made in Italy, facendosi portatrice anche dell’importanza del valore dell’educazione marittima. Si è travolti dalla bellezza di questa nave. Credo che navigare per gli oceani del nostro mondo portando il tricolore sia un ottimo biglietto da visita per l’Italia.
Tra le missione del Tour Mondiale del Vespucci, rinsaldare i legami bilaterali dell’Italia con le nazioni nelle quali attracca.
La navy diplomacy è uno strumento eccezionale da sempre . la storia del nostro Paese, a forte vocazione marittima, passa per quello che hanno fatto i grandi esploratori attraverso il mare. credo che oggi farsi portatori anche di un messaggio di pace, di armonia fra i popoli attraverso questa nave sia un grande strumento di diplomazia.
Grazie Sottosegretario. Buon lavoro e viva la Marina militare.
Viva Le Forze armate. Viva L’Italia.